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Tra i due Petriccione gode il…. Terzo (d’Aquileia)

di Matteo Femia

Il curioso caso degli omonimi Petriccione. Nella Fortezza Gradisca scesa in campo domenica a Terzo d’Aquileia e sconfitta dai padroni di casa per 3-0, infatti, c’è una storia tutta da raccontare. Leggendo le distinte delle formazioni in campo emerge subito una particolarità: tra i gradiscani ci sono due giocatori – che di nome fanno rispettivamente Mattia e Donato Ivan – con lo stesso cognome, che è anche quello di un calciatore che ha calcato i campi di serie A con le maglie di Lecce e Crotone. Jacopo Petriccione oggi è in B al Benevento dopo l’esperienza al Pordenone, ma in campo a Terzo d’Aquileia c’era un pezzo della sua famiglia: Mattia, infatti, capitano e centrocampista della Fortezza, è fratello del più famoso “Modriccione”, come lo hanno soprannominato a Lecce per la geometria e la personalità con cui nel 2019 permise ai giallorossi di conquistare il ritorno nella massima serie. Mattia e Jacopo, invece, non sono imparentati con l’altro Petriccione visto a Terzo:
Vero – conferma il dirigente della Fortezza Dario FurlanDonato Ivan non ha nessun grado di parentela con Mattia. In comune hanno solo il cognome”.
Insomma: un caso abbastanza raro di omonimia tra compagni di squadra senza che vi sia alcun legame di Dna, cosa che invece unisce capitan Mattia con il fratello minore Jacopo. A Terzo Donato Ivan è stato tra i più pericolosi in zona offensiva per gli ospiti, sfiorando sia nel primo che nel secondo tempo il gol, mentre Mattia si è destreggiato bene a centrocampo. Entrambi, come tutta la squadra, sono un po’ calati alla distanza a causa di una preparazione non ottimale per tutto il gruppo gradiscano, bersagliato nell’ultimo mese e mezzo da tantissimi casi di Covid. “Si, è stata dura per tutti prepararsi a questa partita – commenta il dirigente Furlan – ma speriamo di crescere nelle prossime settimane sotto il profilo atletico riuscendo ad allenarci meglio che in quest’ultimo periodo. Jacopo Petriccione? Ovviamente lo conosciamo bene ma no, non si è mai allenato con noi: è un professionista molto serio e non sgarra di una virgola”.
E tornando sul match di Terzo, ad analizzare la sconfitta a fine partita è stato anche il tuttofare offensivo Federico Musig: “Siamo partiti bene – dice – creando alcune palle gol importanti, peccato poi per come si sono messe le cose nella ripresa. La cosa più importante, però, era ricominciare a giocare dopo tutto questo tempo fermi ai box”.

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